domenica 10 febbraio 2008

Cosa Nostra's Connections

In questi giorni i media italiani (molto meno quelli americani, in parte anche per le primarie) hanno parlato di una maxi operazione italo-americana (nome in codice "Old Bridge") che ha stroncato una pericolosa intesa fra mafia americana e siciliana.
La più grande operazione dai tempi della Pizza Connection.
E' bastato questo perché la nostra stampa riprendesse il peana della lotta anti mafia, insistendo sul fatto che la mafia, dopo l'arresto di Provenzano e Lo Piccolo, ha i giorni contati, è un problema in via di soluzione. Memorabile (per la sua falsità offensiva) un articolo de La Repubblica, che parlava della fine del pizzo a Palermo dopo l'arresto del boss peracottaro Lo Piccolo.
Anche in questo caso, di fronte ad un'ottima notizia, alle informazioni ottimistiche ma ragionevoli e prudenti degli investigatori si sono sovrapposti gli articoli entusiastici delle "grandi firme" e le affermazioni roboanti di alcuni politici.

Una pur sì picciola rassegna stampa estera mostra che, ahinoi, Cosa Nostra americana ha subito l'ennesimo scacco, ma non è affatto morta né moribonda. E' una mafia in crisi: troppe indagini, troppi collaboratori di giustizia, troppa poca pazienza di costruire un potere sociale. Ma è anche una mafia dell'alta finanza, dei junk bonds, una mafia dei colletti bianchi che ha lasciato le strade a nuove mafie, più giovani ed aggressive.


Rassegna stampa americana Old Bridge

Cosa Nostra americana agli Americani, quella nostrana a noi.

La nostra come è? Una mafia peracottara dei Riina e dei Lo Piccolo, come ce la mostrano le fictions?
Oppure è una organizzazione bicefala che prende molti colpi, ma continua ad avere rapporti necessari ed inscindibili con importanti fette della classe dirigente siciliana?
Centinaia di processi (basati su fatti, riscontri e testimonianze attendibili) ci danno il quadro di un'organizzazione che non morirà mai, per quanti picciotti e pittoreschi boss si possano prendere, fino a quando non verrà attaccata con tutta la forza della legge (severa, ma equa) la sua alta protettrice, la società alta, elegante, ricca ed insospettabile.

Ma non per questo meno criminosa e moralmente spregevole dei Totò u' Curtu e dei Binnu u' Tratturi.

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