venerdì 13 febbraio 2009

Convegno Verità e menzogne su "eutanasia", Coscioni, Welby, Englaro


Segnalo questa iniziativa:


La bozza di programma del Convegno che Radio Radicale organizza per sabato dalle 9.45 alle 14.00. Stiamo attendendo altre conferme oltre a quelle che potete leggere di seguito.

CONVEGNO, sabato 14 febbraio Piccolo Eliseo, Via Nazionale n. 183 a Roma

VERITA' E MENZOGNE SU "EUTANASIA", COSCIONI, WELBY, ENGLARO
sotto il dominio violento e antidemocratico della partitocrazia

Interverranno tra gli altri:
Vittorio ANGIOLINI e Carlo Alberto DEFANTI, avvocato e medico degli Englaro, Alberto ABRUZZESE, Emma BONINO, Furio COLOMBO, M.A. FARINA COSCIONI, Edoardo FLEISCHNER, Ignazio MARINO, Luigi MANCONI, Demetrio NERI, Federico ORLANDO, Marco POLITI, Stefano RODOTA', Piergiorgio STRATA, Mina WELBY.

Parteciperanno anche parlamentari di maggioranza e opposizione fra i quali
Ileana ARGENTIN, Franca CHIAROMONTE, Gianni CUPERLO, Benedetto DELLA VEDOVA, Francesca MARINARO, Francesco PARDI.

E altre personalità del mondo delle associazioni, della cultura, del giornalismo.
I dirigenti e parlamentari radicali, Imma BATTAGLIA (digayproject), Urbano STENTA...

Data:
14/02/2009 09:45 - 14:00
Comune:
Roma
Indirizzo:
Via Nazionale n. 183



Dal sito web dell'Associazione LUCA COSCIONI

giovedì 12 febbraio 2009

Caso Englaro: Accanimento e Umanesimo

"Cultura della vita"...

Questo lo slogan principale di coloro che per una questione civile ed etico-legale, consapevolmente o meno, sono disposti a mettere in discussione i più basilari principi filosofico-giuridici sviluppati dal pensiero occidentale.

Slogan *... mai parola fu più adeguata, per due motivi: è innanzitutto un selvaggio urlo di guerra che invece che dalle lande scozzesi proviene dai sepolcri imbiancati del vaticano e da certi suoi laicali cultori; ma anche al di là del suo etimo, è un proclama di facciata, usato per ingannare sia i suoi stentorei propagatori meno avveduti che gli indecisi e gli indifferenti.

E' legittimo opporsi a quanto la legge italiana impone, le camere riunite della Suprema Corte di Cassazione stabiliscono ed il presidente della Repubblica garantisce: tramite opinioni ed eventualmente ricorsi o interpretazioni "eterodosse", però, non infrazioni alla legge; e se si intraprende questa strada, bisogna assumersene tutte le responsabilità, sia legali che morali, senza dare degli eversivi a coloro che semplicemente si richiamano alle norme cui la famiglia Englaro fa appello.

Come si può parlare di rispetto per la vita e per la persona umana quando questo desiderio di non "staccare la spina" confligge con la volontà dell'unico possessore di quella "proprietà" (la vita, intesa come battito cardiaco), che era Eluana?

Se qualcuno, tramite documento privato o (speriamo in futuro) testamento biologico, attestasse la sua volontà di continuare ad essere alimentato tramite macchine e curato nonostante abbia perso la coscienza di sé ed il controllo delle più elementari funzioni, in attesta di un eventuale miglioramento o sviluppo di una cura, la sua decisione va rispettata; la legge garantisce e deve garantire questo.

Come pure non può essere interrotto un trattamento terapeutico se non vi è chiarezza in merito alla volontà di colui che non può più rispondere.

Ma che la volontà di Eluana non fosse una vita in stato vegetativo questa è stato accertato tramite testimonianze diverse ma coincidenti, dunque giuridicamente e storicamente attendibili e in ultima analisi probanti.

Non conosco la psicologia, non capisco cosa spinga anche persone in perfetta buona fede ad andare in modo così violento e duro contro la volontà dell'unica persona che avesse voce in capitolo, ossia Eluana.

Questo comportamento, forse coerente con il pensiero cristiano **, è crudele ed irrispettoso verso colei che si diceva di voler difendere, oltre che verso i suoi famigliari ed amici.

Da pescatori di anime a fiocinatori di esseri umani travolti dalle disgrazie e da sofferenza senza speranza; ne hanno fatta di strada, certi pretesi seguaci del Messia; Reise Reise....


Anche sulle onde c’è combattimento
Dove pesce e carne sono intrecciati nel mare
Uno infila la lancia nell’ esercito
L’altro la getta nel mare

Ahoi

Alzati, alzati marinaio alzati
Ognuno lo fa a modo suo
L’uno conficca l’arpione nell’uomo
L’altro allora nel pesce

Alzati, alzati marinaio alzati
E le onde piangono silenziosamente
Nel loro sangue é conficcato un arpione
Sanguinano dolcemente nel mare

La lancia deve affogare nella carne
Pesce e uomo affondano nell’abisso
Dove abita l’anima nera
non c’è nessuna luce all’orizzonte

Ahoi

Alzati, alzati marinaio alzati
Ognuno lo fa a modo suo
L’uno conficca l’arpione nell’uomo
L’altro allora nel pesce

Alzati, alzati marinaio alzati
E le onde piangono silenziosamente
Nel loro sangue é conficcato un arpione
Sanguinano dolcemente nel mare

Alzati, alzati marinaio alzati
E le onde piangono silenziosamente
Nel loro cuore è conficcato un arpione
Sanguinano fino a dissanguarsi sulla riva
Sanguinano fino a dissanguarsi sulla riva.


Auch auf den Wellen wird gefochten
Wo Fisch und Fleisch zur See geflochten
Der eine sticht die Lanz’ im Heer
Der andere wirft sie in das Meer

Ahoi

Reise, Reise Seemann Reise
Jeder tut’s auf seine Weise
Der eine stößt den Speer zum Mann
Der andere zum Fische dann

Reise, Reise Seemann Reise
Und die Wellen weinen leise
In ihrem Blute steckt ein Speer
Bluten leise in das Meer

Die Lanze muss im Fleisch ertrinken
Fisch und Mann zur Tiefe sinken
Wo die schwarze Seele wohnt
ist kein Licht am Horizont

Ahoi

Reise, Reise Seemann Reise
Jeder tut’s auf seine Weise
Der eine stößt den Speer zum Mann
Der andere zum Fische dann

Reise, Reise Seemann Reise
Und die Wellen weinen leise
In ihrem Blute steckt ein Speer
Bluten leise in das Meer

Reise, Reise Seemann Reise
Und die Wellen weinen leise
In ihrem Herzen steckt ein Speer
Bluten sich am Ufer leer
Bluten sich am Ufer leer



* Slogan: dal gaelico scozzese sluagh-ghairm, pronunciato slogorm, "grido di battaglia"


** Ma chissà! Non sappiamo certo il pensiero di Gesù Cristo in merito, e del resto molti cristiani (di confessione cattolica e non) sono rimasti disgustati dal comportamento di Chiesa cattolica e governo...


Aggiornamento: Sulla questione segnalo due ottimi post di LibertyFirst e di Alexis, il primo dal punto di vista filosofico, il secondo da quello giuridico.

martedì 3 febbraio 2009

I Radicali e lo stato di diritto

Segnalo questa bellissima lettera aperta di Filcusum ai dirigenti radicali Rita Bernardini e Sergio d'Elia, sperando ed auspicando che rispondano pubblicamente alle sue educate ed a mio parere condivisibili critiche. Consiglio inoltre la lettura della discussione su fainotizia.



Lettera aperta a Rita Bernardini e Sergio D'Elia

filippo cusumanof.c.Cari Bernardini e D'Elia

Inizio questa lettera offrendovi la mia solidarietà per gli insulti e gli attacchi ricevuti.

La condizione di chi sta in carcere in Italia è per diversi aspetti inquietante e avete fatto bene ad occuparvene . Nella fattispecie in questione, poi, avete avuto anche coraggio a farlo, visto il clima ( affrontare l'impopolarità per una causa giusta non è da tutti, bisogna riconoscerlo).

Detto questo però debbo dirvi che, a mio avviso, c'è in Italia qualcosa di molto più inquietante della questione per la quale vi siete battuti.


E questa cosa MOLTO PIU' INQUIETANTE è L'INCERTEZZA DELLA PENA.

Non c'è niente di più facile che farla franca.

E non parliamo solo di Previti ( che alla fine ha scontato solo pochi giorni di carcere per un reato gravissimo) .
Parliamo degli stupratori di "buona famiglia", quelli che, solo perchè incensurati, vengono rimandati a casa dopo una notte in questura, in attesa di un processo nel quale il combinato disposto di fedina penale pulita e di attenuanti generiche produrrà una pena irrisoria e offensiva per le vittime.


Parliamo di coloro che fanno stalking ( e subiscono una pena solo in caso di morte o aggressione delle loro vittime, sempre che non riescano a provare la loro infermità mentale)

Parliamo di quelli che mettono a repentaglio la vita dei lavoratori, facendoli operare senza il rispetto delle regole di sicurezza.

Parliamo di quelli che commettono il reato di truffa o di aggiottaggio, derubando dei loro averi tanti piccoli risparmiatori.

Insomma ( potrei continuare con un lungo elenco) ci sono troppe persone deboli, fisicamente, economicamente, psicologicamente in Italia che corrono il rischio di essere offese o danneggiate senza avere la certezza che chi commette dei reati nei loro confronti ne subisca le conseguenze.

Insomma, cari Bernardini e D'Elia, la domanda è lecita: una battaglia per la certezza della pena è veramente una battaglia così di destra, così di retroguardia da doverla lasciare in ostaggio ad altri?

Attenzione, perchè corriamo un rischio paradossale,

E il rischio è questo.

I politici conservatori continueranno ad intercettare i voti dei ceti deboli, mostrandosi a parole sensibili alle offese e agli oltraggi di cui essi sono vittime potenziali ,salvo poi disinteressarsene all'atto pratico ( vedi ultimamente i vincoli sulle intercettazioni e sulla class action).

I politici progressisti, quali voi e molti altri, continueranno ad apparire come quelli che, invece di farsi concretamente paladini dei più deboli, preferiscono far sentire la loro voce a tutela dei violenti.

So benissimo che così non è , ma voi sapete meglio di me che così finisce per sembrare. E questo è ciò che "conta" nelle democrazie "mediatiche".

Insomma in buona sostanza, cari Bernardini e D'Elia, continuate pure la vostra battaglia, ma, se non volete essere equivocati e fraintesi, intraprendetene anche un'altra per la certezza della pena.

Perchè battersi per una pena certa è battersi per i più deboli.

E un radicale dovrebbe farlo sempre.

Cordialmente e con stima.

Filippo Cusumano.