domenica 2 dicembre 2007

L'Italia anomala e l'anomalia radicale

Un dibattito molto interessante sulla giustizia italiana cui hanno preso parte Marco Travaglio, Daniele Capezzone e Giampaolo Zancan mi stimola a pensare da un'altra prospettiva sull'anomalia radicale, su cui ho già sbattuto la testa più volte (qui qui e qui).

Il dibattito, serio ed accalorato, ha toccato alcuni temi chiave: separazione delle carriere e conseguente netta distinzione fra magistratura inquirente e giudicante; riaffermazione dell'obbligatorietà dell'azione penale; semplificazione delle procedure; assicurazione delle garanzie costituzionali delle parti in causa ecc.

Ma le tensioni e le differenze sono scoppiate soprattutto sulla particolarità della situazione italiana,

dove molti magistrati sono riuniti in associazioni con un più o meno preciso sentire politico (ciò che secondo alcuni fa dubitare dell'imparzialità del giudice),

dove alcune sentenze di incredibile gravità non hanno il peso massmediatico e politico dovuto,

dove le grandi inchieste e le grandi sentenze (teoricamente basate su fatti, documenti e testimonianze incrociate o comprovate dunque verosimili) creano spartiacque popolari e tensioni fortissime.
Non solo a livello politico e castale.


In particolare, intorno al Palavobis, alcune frasi di Capezzone rivolte a Zancan e Travaglio mi hanno colpito: "l'anomalia siete voi e Berlusconi (1h 27m)"; "voi vi create a vicenda (1h 41m); "avete bisogno gli uni degli altri" (1 h 42m).


Beh, in qualche modo è vero: i magistrati di idee liberal (Zancan è sempre stato vicino ai radicali) ed i giornalisti d'inchiesta (come Travaglio oggettivamente è, i suoi libri, molto documentati, cantano) esistono ovunque; ma appunto nella loro presenza (normale) in un paese misterioso sta la loro anomalia.


Capezzone stesso, allora virgulto e astro nascente del movimento radicale, non può non essere definito un politico anomalo nel deprimente panorama politico italiano.

Quello che Capezzone e molti radicali non accettavano e non accettano (Palavobis, Travaglio, Micromega ecc.) è un'anomalia che reputano antidemocratica, giustizialista e forcaiola; ma (qualunque opinione si abbia delle suddette persone e dei suddetti fenomeni) quali sono i parametri per giudicare male un'anomalia?

I Radicali stessi sono un'anomalia nel panorama europeo: essi sono il pungolo di un Paese anomalo perché diventi "normale", cioè perché la corruzione, il classismo, il partitismo, la situazione politica economica e sociale del Paese rientrino più o meno nei parametri di un paese "democratico".

Cosa sarebbe dei Radicali se non esistesse un "caso Italia"?

Certe volte ci sarebbe da chiedersi se non sia una cosa anomala che i Radicali non esistano anche nei Paesi "normali".

E cosa succederebbe se l'Italia divenisse un paese normale.


Forse bisognerebbe smetterla di considerare negativamente l'anomalia in quanto tale...

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