Quando escono dei libri seri, documentati, metodologicamente rigorosi, l'autore deve affilare preventivamente la spada, indossare le belle armi bronzee come un eroe omerico e posizionarsi per reggere ad attacchi pesanti, talvolta ben motivati, talaltra strumentali e faziosi.
Anni fa pensavo (forse un po' ingenuamente) che più un libro è strutturato e documentato, meno suscita polemiche.
Qualche volta è così, tanti libri cialtroni vengono sommersi da polemiche e finiscono nella cloaca dei libri mal riusciti. Ma di norma più un libro è incisivo e tocca con competenza questioni delicate e soprattutto che non vogliono essere risolte da chi detiene il potere pubblico, più l'autore deve prepararsi, coltello fra i denti e scudo al braccio, a difendere la bontà e correttezza delle sue posizioni.

E' questo il caso di Stefano Livadiotti, giornalista de L'Espresso autore di un breve ma sostanzioso libro-inchiesta su alcuni dei massimi sindacati italiani (specificatamente CIGL, CISL e UIL), che hanno un fatturato da multinazionale e pompano una quantità di denaro pubblico davvero eccessiva, soprattutto se si vede al crescente dramma del lavoro precario e della TOTALE assenza de facto di garanzie e diritti reali per molte tipologie lavorative.
Non per sembrare un laudator temporis acti, ma davvero il sindacato non è più quello di una volta.
Insomma, meno maxi concerti del I maggio ed annunci demagogici da TG, più lavoro sul territorio.
Soldi e regole non mancano, e che cavolo.
Mi ricordo che quella dei privilegi e dello strapotere parastatale inefficiente (per i lavoratori meno tutelati) dei vecchi sindacati storici è una antica, gloriosa battaglia radicale (e prima ancora del maestro Salvemini)*. Adesso che la situazione del lavoro è sempre più tragica e che la catastrofica metamorfosi del sindacato non è più mascherabile né eludibile, i nodi vengono al pettine ed i tanti lavoratori che per primi hanno visto il problema forse verranno ascoltati nelle loro denunce dai giornali di parastato e parapartito e dalla politica.
Solo quando scoppiano i bubboni chi ha ed aveva il dovere di intervenire de iure comincia ad agire (o fa finta di farlo)...
* Battaglia che i dirigenti Radicali hanno fffffurbescamente accantonato e fatto finire nel dimenticatoio proprio quando stava per scoppiare la crisi, da loro avvertita ed annunciata con decenni di anticipo. O sono scalognati o hanno poco senso della tattica...