venerdì 7 novembre 2008

Berluska nella Storia

Eh, finalmente il suo posto nei manuali di storia mondiale ce l'avrà, il Cavaliere dell'Apocalisse.
Alcune persone, gocce in quell'oceano di acido solforico che è la Storia dell'umanità, hanno talvolta la possibilità di superare quell'oblio che tanto terrorizza molti esseri umani*. Berlusconi, da Presidente del Consiglio di un Paese ricco e potente, aveva buone chances fino a ieri di fare qualcosa di positivo per essere ricordato, qualcosa che avrebbe cancellato o sminuito nella memoria collettiva errori ed ombre. 
Qualcosa tipo?

-un bel Warschauer Kniefall davanti a uno dei monumenti testimoni dei macelli compiuti dagli Italiani "brava gente"? Macché....

-una grande intuizione politico-economica ispiratrice di grandi fenomeni futuri? Bona.....

Berlusconi ha avuto l'idea sbagliata, epperò coerente con la sua personalità.
Ha mostrato il suo razzismo, tutta la sua sussiegosa invidia per un giovane carismatico che senza un impero economico alle spalle e senza "aiutini" ed "aiutoni"# da parte degli avversari politici ha compiuto un'impresa storica.
Al di là dei risultati effettivi che Obama raggiungerà.

Grande Silvio, il tuo nome rimarrà sicuramente nella storia, ovviamente in negativo, e per di più per una gaffe. Dopo innumerevoli nefandezze a livello nazionale ed internazionale, hai avuto quello che volevi, ma in senso opposto a quanto avresti voluto. Grande davvero. E grandi quelli che continuano a negare l'evidenza dell'ignobile porcata che Berlusconi ha compiuto.
 
Mi interrompo qui e lascio parlare questo splendido articolo di Curzio Maltese, che condivido dalla prima all'ultima parola.
 

qui

# qui

L'immagine peggiore

di CURZIO MALTESE


I bookmakers in questi casi non accettano scommesse. Da mesi, in previsione dell'evento storico dell'altra notte, si aspettava la prima gaffe di Silvio Berlusconi sul colore della pelle del nuovo presidente americano. Il Cavaliere non delude mai le peggiori aspettative e la battuta è arrivata. L'unica sorpresa è la tempistica. Ad appena ventiquattr'ore dall'elezione il premier se n'è uscito con la storia di Obama "abbronzato". Non è la solita cafonata alla quale ci ha abituato e ci siamo ormai rassegnati da lustri. È una definizione grondante di razzismo. 

Il peggior razzismo, quello semi inconsapevole e quindi assai autoindulgente che dilaga in Italia, fra la preoccupazione del resto del mondo. Una malattia sociale che un governo responsabile dovrebbe combattere, invece di sguazzarci con gusto. 

Scontata la gaffe, ovvia la reazione. In simili frangenti Berlusconi adotta due reazioni standard. La prima: non l'ho mai detto. È la più assurda, ma paradossalmente efficace (in Italia). Come fai a discutere con uno che nega se stesso? La seconda è: l'ho detto ma non avete capito. 

Stavolta ha usato questa. "Abbronzato era un complimento, una carineria" ha spiegato ai soliti cronisti bolscevichi. "E se non lo capite, allora andate a fare...". Sommando così carineria a carineria. 

S'intende che "andare a fare" è detto con affetto. Con eguale affetto i giornalisti potrebbero ricambiare l'invito, ma probabilmente le giustificazioni valgono solo dall'alto verso il basso. 

Non stiamo a farla lunga. Non si tratta solo di vergogna. Chi ne ha ancora la forza? È piuttosto la disperazione di essere ogni volta precipitati in questo indegno pollaio. Gli elettori americani in un giorno hanno cambiato la storia del mondo. L'avvento del figlio di un africano alla Casa Bianca sta spingendo miliardi di persone, pur nel mezzo di una crisi spaventosa, a interrogarsi sui valori profondi della democrazia, la più straordinaria conquista dell'umanità, in fondo a un cammino secolare di sangue e intolleranza. E il contributo dell'Italia berlusconiana a questo grandioso dibattito qual è? Questa miserabile trovata, volgare e razzista, senza neppure il coraggio dell'assunzione di responsabilità o la dignità di porgere le scuse. 

Non bastava la sortita a caldo del ministro Gasparri, il quale, confondendo le proprie ossessioni di ex fanatico fascista con la competenza internazionale, aveva commentato "sarà contento Bin Laden". Ci voleva pure lo strazio supplementare della "battuta" di Berlusconi, che ha ormai girato il mondo, con danno enorme per il Paese. In pochi minuti infatti la rete ha deluso la speranza residua, che non lo prendessero sul serio, come altre volte. Come siamo abituati a fare qui, rassegnati a non scandalizzarci per lo scandalo, a non chiamare fascismo il fascismo, razzismo il razzismo. 

C'era stata la rincorsa provinciale ad appropriarsi di Obama. Tutti si proclamano o cercano l'Obama italiano, a destra e a sinistra. Quando in Italia un Barack Obama non avrebbe neppure il diritto di voto. I figli d'immigrati, 440 mila fra nati e cresciuti qui, non sono considerati cittadini italiani, per via del medievale ius sanguinis. Lo ricordiamo nell'ipotesi, piuttosto remota, in cui fra le centinaia di obamisti dell'ultima ora si trovasse un politico serio. Ecco l'occasione per proporre finalmente una legge civile in materia d'immigrazione. 

A cominciare dal presidente del Consiglio, i cui molti cantori hanno illustrato nei giorni scorsi alle masse ammirate le straordinarie analogie fra Berlusconi e Obama. Come non scorgere, del resto, l'assoluta comunanza delle due parabole. Il figlio di un pastore kenyano che arriva alla Casa Bianca a soli 47 anni e promette di cambiare il mondo. E l'uomo più ricco d'Italia che a 72 anni, con il solo aiuto del novanta per cento dei media da lui controllati, torna a Palazzo Chigi, dopo aver cambiato i capelli. È naturale che Berlusconi abbia adottato Obama, ripromettendosi di dargli presto "buoni consigli". Incrociamo le dita perché non avvenga, nell'interesse stesso del premier. Non si sa come la Casa Bianca potrebbe reagire a una frase del tipo: "Vieni, abbronzato, che ti spiego come non farsi processare". 

Che fare? Vergognarsi per loro, ridere, piangere. Fingiamo pure che tutto sia normale. Però quanto stringe il cuore ascoltare il nobile discorso dello sconfitto McCain: "Il popolo ha scelto. Ho avuto l'onore di salutare il nuovo presidente degli Stati Uniti. È una giornata storica". Non si potrebbe avere un giorno un conservatore come questo a capo della destra italiana, anche di seconda mano?

mercoledì 24 settembre 2008

VIOLET: Ultimo appello delle ultime ore per asilo umanitario. Firenze, se ci sei batti un colpo

L'emergenza di Violet si fa sempre più tragica di ora in ora. Di fronte alla persistente indifferenza omissiva dell'Ambasciata francese, rimangono le istituzioni italiane di Catania, città sull'orlo del baratro.

Ecco perché è fondamentale chiedere altrove le tutele cui Violet ha diritto. Ho dunque inviato questa lettera (via fax, il tempo stringe e non si guarda indietro) al Sindaco della mia città (Firenze), Leonardo Domenici, che potrebbe dare asilo a Violet per permetterle di portare avanti la sua battaglia sociale.
Spero con tutto il cuore che altri lo facciano, inviando al Primo Cittadino della città culla dell'Umanesimo una lettera che così ravvivi il suo antico spirito di dignità dell'Uomo davanti ai suoi simili.



Qui sotto il testo della lettera


Gentile Signor Sindaco Leonardo Domenici,



In quanto cittadino di una città nota nel mondo per civiltà ed impegno, ciò che implica l'essere paladina della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, Le chiedo di dare asilo in primis per motivi umanitari alla Signora F. C. V. V., cittadina francese residente a Catania; sperando come tante altre persone, comuni e non, impegnate in prima persona in questa vicenda, che le procedure e la burocrazia non abbiano il sopravvento sui diritti fondamentali (art.3): il diritto alla libertà, alla sicurezza e, in questo caso, alla vita.

Premetto che da anni le istituzioni competenti vengono contattate tramite i canali regolari, sollecitate continuamente, anche oggi, dalla crescente emergenza; pur essendo dunque a conoscenza di una tragedia imminente a giorni, le istituzioni sia italiane che francesi si mostrano chiaramente omissive. Sono di fatto inerti, limitandosi a rassicurazioni verbali, in assoluto spregio di ogni legge e norma morale e di qualsivoglia rispetto per la dignità ed i diritti dell'individuo.

La Signora e tutti noi teniamo a non limitarci all'ambito personale, ricordando che la società è fatta di persone dotate di diritti e coscienza civile che speriamo vadano oltre il populismo. Riteniamo che ogni battaglia che tocca soprattutto la legalità non possa mai essere una battaglia personale. Non abbiamo dunque nessun dubbio che Lei non potrà lasciare cadere nel vuoto una vicenda così vicina alla sua traiettoria umana e politica. Ritengo come tutti di fare il mio dovere di cittadino, con le responsabilità che ciò implica; dunque, sperando di essere in sintonia, io e tanti altri la ringraziamo sentitamente, per il suo senso, di cui nessuno dubita, della responsabilità personale.




In attesa della Sua risposta, cordialmente




Matteo C



PS Per la verifica del caso ci sono naturalmente tutti i riferimenti, che io ed altri saremmo ben lieti di darle.


sabato 23 agosto 2008

L'infernale Limbo di Violet....


...ossia la speranza che l'Italia diventi qualcosa di diverso da ciò che è adesso.
Eh sì, sono proprio un po'ero bischero...
Così bamboccione da pensare ancora sotto sotto che questo sia un Paese non dico serio, ma almeno moderatamente cialtrone. Cosa intendo dire?
Mi spiego...
In ogni Paese esistono problemi ed ingiustizie di ogni tipo: discriminazioni, sfruttamenti, abusi, violenze ecc. ecc.; ma dove si può delimitare la differenza fra un Paese affidabile e moderno ed uno indecoroso? In uno stato di diritto le iniquità sono affrontate con quegli strumenti legali nati ed affinati tramite millenni di esperienze, riflessioni, scontri, compromessi, sacrifici di ogni tipo ecc. ecc. Cosicché, con tutte le imperfezioni ed i limiti tipici della condizione umana, possa essere reso a ciascuno il proprio, per quanto possibile.

A questo sono preposte delle istituzioni, che rispondono a delle LEGGI; a tutti gli effetti, sotto tutti i riguardi e ad ogni livello. Un'istituzione non può non rispondere ad una lettera ufficiale di un cittadino che espone una situazione lesiva dei propri interessi; la non esecuzione di un atto dovuto non è legalmente ammissibile. Le istituzioni (parola magica) costituite, amministrate e gestite da funzionari con nome, cognome, sangue, mente, coscienza e dunque dotati di responsabilità personale. E stipendiati con denaro pubblico.

Eppure cosa succede con Violet e con migliaia di altre persone che denunciano ingiustizie e soprusi? Silenzio, nessuna risposta ufficiale o, al massimo (Deo gratias...), rassicurazioni verbali; fatti, atti concreti, NESSUNO... Come è possibile dunque che delle istituzioni che si autoesaltano come democratiche e si autolegittimano in continuazione davanti al popolo italiano ed al mondo intero non considerino queste persone? Come si permettono di ignorarle e non rispondere? Di non fare il proprio dovere verso Violet ed altre persone come lei, tanto più che pure loro sono così sciocche, o ingenue, o meglio ONESTE e CORRETTE, da continuare a seguire i canali regolari e ad attingere alla legalità loro negata?
Tutto tace, chi dovrebbe e potrebbe risolvere le situazioni continua a NON agire, lasciando marcire in un Limbo, in qualcosa che non è né inferno completo (una non risposta non è un diniego esplicito) né salvezza...*

Bah, quel vecchio bocca ventosa di Cicerone** mi aiuta a capire cosa è uno stato e cosa è un popolo, ma il perché di questa FOLLIA istituzionale, così come di questa indefferenza (o apatia) sociale e diffusa verso la più perversa delle anomalie italiane continua a sfuggirmi...






*Quando penso ai numerosissimi inquilini del Limbo ed a ciò che ogni giorno devono provare dentro di sé, non posso non andare con la mente al Coro dei carcerati del
Fidelio: un canto di disperata solitudine epperò anche una manifestazione di dignità...






** Dunque lo stato è qualcosa che appartiene a tutti, ad un popolo: peraltro un popolo non è un aggregato di persone qualsiasi, bensì un insieme di esseri umani tenuti uniti dal consenso intorno alle leggi e dalla condivisione dell'interesse comune.

lunedì 11 agosto 2008

Italia: Morire di (in)giustizia

Morte annunciata di Violet, cittadina francese: istituzioni, dove siete?



Una storia vergognosa per l’Italia nell'indifferenza ed irresponsabilità delle istituzioni.

Una morte annunciata pubblicamente con dignità, come ultima risorsa per spezzare l’ipocrisia e l’omertà.

Una lotta contro la noncuranza inaccettabile delle istituzioni, contro l'apatia ed il cinismo, contro tutte le prepotenze; una lotta per la legalità, la libertà, i diritti umani,

Per sapere cosa avviene in questo Paese leggiamo

e per la partecipazione firmiamo!

PS La petizione è rivolta alla Presidenza della Repubblica. Arriverà almeno in tempo utile?



lunedì 21 luglio 2008

Il suicidio di Violet: ossia le istituzioni italiane colpiscono ancora

Violet sta per andarsene.

Dopo 18 anni di lotta contro delle istituzioni che per lei e per tanti altri tutto fanno, tranne adempiere ai propri doveri previsti dalle leggi che hanno giurato di (far) rispettare. E' una sua scelta, niente è più sacrosanto e rispettabile di decidere della propria vita in piena autonomia, anche quando si decide di porvi fine.

Contro uno stato che si arroga il diritto di fare la morale ai comuni cittadini, ma ben si guarda dal rispettare le leggi che emana, il parlare di questi casi e fare azioni concrete è l'arma migliore.

Un po' meno gossip e Porta a Porta e ci si accorgerebbe di quante cose orribili avvengono in questo paese di Italiani "brava gente"....

domenica 22 giugno 2008

Europei 2008, ossia del provinciale nazionalismo italiota

Eh sì, era da un pezzo che non vedevo un torneo internazione di calcio così ricco di partite bellissime e soprattutto non scontate nel risultato.

La Turchia, squadra coraggiosissima ed incrollabile che pasticcia molto ma rifila dei siluri senza precedenti all'ultimo minuto a squadre di grandissima tradizione come Repubblica ceca e Croazia*;

La Russia, focosa e raffinata, che stende un'Olanda che faceva tremare; stupefacente in attacco ed inesauribile nelle energie;

La Germania, eternamente sbeffeggiata da quella barbosa categoria "giornalistica" che sono i commentatori televisivi (ma non dagli ex calciatori, putacaso) e pure stavolta capace di ribaltare le previsioni e presentarsi in una fase finale a testa alta;

Quante sorprese!
Personalmente sono sempre stato propenso a tifare per squadre poco blasonate**, composte da giovani che non hanno trofei storici ed hanno dunque fame di riconoscimenti, ma soprattutto di GIOCARE, DIVERTIRSI, esprimere le loro capacità ed il loro entusiasmo in un bellissimo gioco di squadra (Mannschaften, appunto)§.

Ed in questo straordinario fenomeno di confronto fisico-psicologico, dove le cattiverie (falli pericolosi) si confondono con straordinari atti di rispetto dell'avversario, dove ci sono tante partite che entreranno nella storia del calcio (Turchia-Repubblica Ceca; Turchia-Croazia (tié); Russia-Olanda; Germania-Portogallo), di cosa si occupanpo in massima parte i nostri organi di informazione?

Quanto è poco simpatico Aragones (prima il bersaglio di turno era l'antipatico Domenech); quanto è arguto Gattuso; quanto è antipatico ed arrogante Zapatero ad annunciare la vittoria delle "Furie Rosse"; chi schiererà il malcapitato Donadoni (con 60.000.000 di CT...) per rinforzare una delle peggiori difese del torneo ecc.

OSSESSIVAMENTE NOI NOI NOI NOI

Vabbeh, che durante i tornei e più in generale i grandi riti collettivi, le identità si rafforzano (almeno verso l'esterno), ma insomma, ràga'....

Mi viene il sospetto che tutto questo insistere sulla nostra nazionale (perdipiù scarsa ed inferiore a tante altre, almeno finora) sia soprattutto studiato ed imposto per non fare vedere né pensare a certe cose: ad un Paese sull'orlo del collasso economico, che tollera la messa in schiavitù ed insicurezza di centinaia di migliaia di lavoratori-produttori, dove le organizzazioni criminali sono aziende in piena espansione, sempre meno sopportato in sede UE e soprattutto che rivela un montante razzismo, ovviamente sempre esistito ma decisamente sempre più evidente.

Sarà vero che tutto il mondo è paese, ma questo certo non serve a non farmi sentire meno disgustato e rattristato.




* La Croazia è una squadra giovane, ma la possente Jugoslavia era prevalentemente composta da Croati

** Ho aggiunto la Germania all'elenco non perché non sia blasonata, ma perché dà sempre qualche sorpresa (in positivo ed in negativo)

§ Da Mannschaft prendo il termine Mann nel senso protogermanico di "essere pensante" (ingl. to mean, ted. meinen); dunque intendo "squadra, unione di menti e sentimenti" sia maschile che femminile.

venerdì 6 giugno 2008

Clima pre-fascista

Segnalo questo stupendo post di DatieFatti:


IL SONNO DELLA

RAGIONE

adunoceanic

Domanica scorsa, tornando da Genova per una scampagnata, ho perso la targa anteriore dell'auto. Non so dove, deve essersi sganciata in autostrada. Poco male, è una piccola seccatura.

Diligentemente, la mattina seguente mi reco alla locale stazione dei Carabinieri per fare regolare denuncia di smarrimento.

Sono il primo. In una saletta di attesa, chiusa a chiave, siede un tizio in evidente stato d'arresto. Il piantone parla al telefono con una pattuglia. Dopo pochi minuti di attesa, entra una signora anziana, una vecchietta dai dolci occhi azzurri, e una coppia: lui un omone sui cento chili, ma non grasso, semmai molto muscoloso, lei minuta, alta, biondiccia. Infine un altro omone, bermuda e canottiera.

Dopo un po' si inizia a chiacchierare. La vecchina mi fa: "Deve fare anche lei una denuncia? Cos'è, furto o aggressione?" "Smarrimento." Colgo della delusione, si gira agli altri e pone la stessa domanda. Si tratta di una aggressione e di un furto.

La vecchina si lancia in una specie di comizio (cerco di citare testualmente):

"Maledetti, bastardi, è ora di finirla! Ma adesso è finita la festa: uno per uno li beccano tutti, Maroni si è messo a fare sul serio! Per fortuna, era ora di avere un governo così, mica come quegli altri che li difendevano anche!"

Omone numero uno: "Lei pensi che che io sono intervenuto per difendere lei" (indica la ragazza), "e l'altro mi ha pure denunciato!"

Omone numero due: "E io, io sono due furti in cinque giorni! Sono appena stato assunto ed è la seconda volta che mi fregano il gasolio dal serbatoio! Bisognerebbe sbatterli tutti in galera e buttar via la chiave!"

Vecchina: "Ci vorrebbe la pena di morte, altre che!"


Prosegue questa agghiacciante testimonianza...


lunedì 2 giugno 2008

Alitalia: questo salvataggio non s'ha da fare

Unica salvezza per gli sconfitti (gli Italiani) è non sperare in alcuna salvezza (una soluzione passabile per Alitalia), per dirla con l'ansante Enea che assiste al crollo di Troia in fiamme; la storia italiana è un'eterna guerra di Troia, pare...

Spinetta, amministratore delegato di Air France-KLM, l'ha detto chiaramente: "Per Alitalia ci vuole l'esorcista: aveva ragione l'ex presidente Maurizio Prato, sembra proprio che non ci siano altre strade per salvare quella compagnia"

Un cavaliere d'industria che si appella pur scherzosamente a pratiche religiose diciamo imbarazzanti?
Non c'è più religione, o meglio non c'è mai stata, Italia 'ndiavolatha

Ed ha perfettamente ragione, con politicanti di tal levatura in posti così delicati e sindacati così inverecondi da parlare di lavoratori Alitalia solo quando l'azienda è virtualmente in bancarotta che più bancarotta non si può.

Una compagnia di bandiera che per una stramaledetta questione di "orgoglio nazionale" tirato fuori all'uopo deve rimanere in un limbo assasi costoso (fra il 1.000000 ed i 2.000000 di euro di denaro pubblico al giorno buttati via), fra un fallimento imminente ed un acquisto (previo prestito ponte*) di una fantomatica cordata italiota composta da industraliotti finanziati a loro volta dalle banche.

Dove Caron dimonio occhi di bragia e dove la salvezza?

L'economia non è il mio forte, ahimé, ma cionostante mi chiedo nel mio piccolo bischereccio cosa sia il meno peggio fra queste due alternative.





* ovviamente con denaro del contribuente dato e manco pe' nnniente destinato ad essere restituito

domenica 18 maggio 2008

L'idra sindacale

Eh sì, è inevitabile.
Quando escono dei libri seri, documentati, metodologicamente rigorosi, l'autore deve affilare preventivamente la spada, indossare le belle armi bronzee come un eroe omerico e posizionarsi per reggere ad attacchi pesanti, talvolta ben motivati, talaltra strumentali e faziosi.


Anni fa pensavo (forse un po' ingenuamente) che più un libro è strutturato e documentato, meno suscita polemiche.
Qualche volta è così, tanti libri cialtroni vengono sommersi da polemiche e finiscono nella cloaca dei libri mal riusciti. Ma di norma più un libro è incisivo e tocca con competenza questioni delicate e soprattutto che non vogliono essere risolte da chi detiene il potere pubblico, più l'autore deve prepararsi, coltello fra i denti e scudo al braccio, a difendere la bontà e correttezza delle sue posizioni.





E' questo il caso di Stefano Livadiotti, giornalista de L'Espresso autore di un breve ma sostanzioso libro-inchiesta su alcuni dei massimi sindacati italiani (specificatamente CIGL, CISL e UIL), che hanno un fatturato da multinazionale e pompano una quantità di denaro pubblico davvero eccessiva, soprattutto se si vede al crescente dramma del lavoro precario e della TOTALE assenza de facto di garanzie e diritti reali per molte tipologie lavorative.
Non per sembrare un laudator temporis acti, ma davvero il sindacato non è più quello di una volta.

Insomma, meno maxi concerti del I maggio ed annunci demagogici da TG, più lavoro sul territorio.

Soldi e regole non mancano, e che cavolo.

Mi ricordo che quella dei privilegi e dello strapotere parastatale inefficiente (per i lavoratori meno tutelati) dei vecchi sindacati storici è una antica, gloriosa battaglia radicale (e prima ancora del maestro Salvemini)*. Adesso che la situazione del lavoro è sempre più tragica e che la catastrofica metamorfosi del sindacato non è più mascherabile né eludibile, i nodi vengono al pettine ed i tanti lavoratori che per primi hanno visto il problema forse verranno ascoltati nelle loro denunce dai giornali di parastato e parapartito e dalla politica.

Solo quando scoppiano i bubboni chi ha ed aveva il dovere di intervenire de iure comincia ad agire (o fa finta di farlo)...






* Battaglia che i dirigenti Radicali hanno fffffurbescamente accantonato e fatto finire nel dimenticatoio proprio quando stava per scoppiare la crisi, da loro avvertita ed annunciata con decenni di anticipo. O sono scalognati o hanno poco senso della tattica...

sabato 17 maggio 2008

Scherzi telefonici pesi

Ma secondo voi il povero sergentello che risponde al telefono davvero non ha mai visto Kubrick?







Qui la giustamente celeberrima filippica del sergente Hartmann in italiano

domenica 11 maggio 2008

Scuse doverose, ossia Notiziuncola redazionale IV

Mi scuso con i miei lettori se in questo periodo il blog ha altalenato in uno stato fra collasso preannunciato e coma profondo quanto a post. Sto attraversando un periodo di stanchezza fisica mista a depressione politica che sta fiaccando la mia già modesta produttività.

Paradossalmente è anche grazie a personaggi così (vedi infra) che incomincio ad uscire dalla triste ed affranta inedia in cui sono caduto.








'Un mi va di dare soddisfazione alla partitokratjia in generale ed a certi individui in particolare, Maremma budellona trogola....


E' ora che mi risvegli dal torpore.
Gli stimoli non mancano, e che stimoli... Il neo governo si è appena instaurato e già si è cominciato a sparare bestialità demagogiche in allegra e cialtrona contraddizione (niente di nuovo sotto il sole...) con le direttive e gli accordi europei. Cose da far rabbrividire persino Cossiga, docente di diritto costituzionale che pure ai suoi tempi non scherzava, quanto a norme repressive.

Tutto continua ad apparire normale, sensato, anzi doveroso per la tutela dei cittadini. Ma anni di disinformazione ed allarmismi televisivi sottilmente xenofobi e razzisti cominciano a produrre i loro effetti nelle singole coscienze che costituiscono l'opinione pubblica.

Così va certa informazione, in 'sto Paese...

Stay tuned, pppppppplease....

sabato 3 maggio 2008

Rivoluzionari occidental-style





E' così che certe persone credono di essere anti potere? Bruciando bandiere ed inneggiando all'odio? Così che intendono la libertà? Così che intendono opporsi ai potenti e combattere le ingiustizie? Così che intendono l'anti omologazione culturale?
Questi conformisti dell'anticonformismo (il più dannoso e risibile dei conformismi) credono davvero di poter cambiare il mondo?

Bah, Oylem goylem, mondo strambo...



Immagine da Giomo

Il maschio dimezzato

Ossia degli eterni tormenti psicologico-emozionali, di grandi problemi sociali e drammatiche questioni politiche risolte in una immagine geniale


PLAUDITE!!!!!!!!!!!!!!!!!!





Immagine da Larassa

mercoledì 23 aprile 2008

Unfit to lead Italy

Ripubblico da Dati e Fatti



UNFIT TO LEAD ITALY

"Dear foreign friend,

I'm writing this letter to explain you why Mr Berlusconi is the Prime Minister of Italy and to apologize for this.
First of all I'm sorry if you'll find mistakes in the letter but Letizia Moratti (Minister fot the Instruction from 2001 to 2006) cut funds to public schools to divide them with private one.

Italians voted and elected Mr Berlusconi for the third time because they are too busy on their own affairs that can't understand what's common good. So Mr Berlusconi is a perfect example of "self-made man" with the help of secret (illegal) association, people involved in mafia and other men not completely "clean", but his success in affairs and the image he has created of himself are enough to make Italians trust him.
I want to apologize also because you didn't played a role in electing Mr Berlusconi but you'll have to stand him, probably, for the next 5 years in international meeting.

Please, close your eyes and forgive him when he will shoot down journalists, make stupid photos and tell silly stories. Don't care if he will appreciate a woman as a high teenage does (e "high" vuol dire su di giri!).

I hope you'll have fun anyway."

Grazie all'autore (http://unipasticcio.splinder.com/post/16798393/International+relationship) che ci ha gentilmente concesso la citazione. Traduco in padano.

"Cari amis furaster,

ve scrivi 'sta lètera per spiegavv perché el Berluska l'è diventà anmò Prìm Minìster de l'Italia, e per scusamm de 'sta roba. Prima de tutt, me dispias se truvaré un quaij erùr nela lètera, ma la Letisia Moratti (che l'è stada Minister de la PUblica Istrusiùn dal dòmilaevùn al dòmilaesés) l'ha g'ha sùgaà la muneda a la scòla publica, per divìdela de quèla privada.

Ij Italian hann vutà e hann eleggiù el berluska per la tersa volta, perchée inn tropp ciappàa in butéga, e capisenn nòo el cuncétt de l'interess cumùn. Inscì el Berlùsca l'è l'esempi perfett de "vùn che'l s'è fàa in de per lù", cont la spinta de quaij manegg segrée (insomma minga tropp nett), con de la gent imanigada coi mafios e un quaij alter grass de rost: ma l'èe stàa insci bravo nel fàa i so afari, che adess gh'è un sacc de gent che la cred in lù.

Vurarìa scusamm anca perchè (notare l'accento, NdA), vijalter gh'entrìi nagott cont la sua vitòria, però g'havii istess de s'cepass i maroni con lùu per almen cinq ann anmò.

Per piasé, sarì ij oeucc, e dismentegevell quand che el licensia i giornalista, el se fà fàa di fotografij stupid, e el diss sù dij stupidad che el rid dumà lù. Fèe minga cas, se el tratta i donn comme di tosann de strada.

Pensi che ve divertarée istess."

(un pensiero a Slasch)

lunedì 14 aprile 2008

Election Day 2008: allucinazioni pre voto e rimembranze post voto

I risultati parlano chiaro: il PD le ha prese di santa ragione, l'Italia dei Valori bene, la Sinistra Arcobaleno... parce sepulto; il PDL trionfa, col sostegno della Lega Nord (non dico che ne penso, se no mi chiudono il blog per turpiloquio...), su La Destra il velo pietoso che si merita, Ferrara TIE'.

I giochi sono fatti, anche se a quest'ora non sono ancora noti i numeri dei seggi (2:00 am).
Berlusconi torna in trionfo, per l'ennesima volta è risorto dalle ceneri. Mi viene in mente una vignetta del grandissimo vignettista Giovanni Mosca: due uomini nerovestiti in un cimitero, volti affranti, cappello in mano, sguardo chino. Gli occhi sono volti verso una bara marmorea, ove è inciso "FASCISMO". Uno dei due dice: "E' morto e sepolto", l'altro aggiunge solerte: "Solo una democrazia come quella italiana sarà in grado di farlo resuscitare".

La storia si ripete, il cavaliere senza testa (nel senso che è non ha la faccia, date le balle e le prese di culo che propina) è tornato in questa sonnacchiosa valle di lacrime, in questa sleepy hollow, e le teste cadranno, se non si starà in guardia.




L'Andreotti di Arcore è un buon allievo della partitokratija italiota: sa come impadronirsi dei posti giusti e limitare se non annullare il potere di chi gli si oppone, sia dei competitori che degli avversari veri e propri.

Che, una volta finito Prodi, con l'auspicata uscita anche dell'innominabile si potesse assistere ad un pur lieve cambiamento nella logica di contrapposizione italiana, non è ancora dato usufuire; dobbiamo aspettare. Personalmente ho più volte espresso gravi perplessità sul PD (qui qui qui), tanto che non l'ho votato, però... immaginare una sconfitta del PDL... non rivedere Bondi e Cicchitto pimpanti.... non rivedere Bertinotti soddisfatto dei disastri soavemente e fuuuuuuuurbescamente combinati (la catastrofe storica dell'uscita dal parlamento gli ha tolto il sorriso).... immaginare un puranco deludente e difficile però decisivo passo avanti verso il bipolarismo anglosassone così vilipeso (guardacaso) da quei furboni di Giordano e Casini....


ALLUCINAZIONE IMMENSA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!



Tutto nel mondo è burla, l'uom è nato burlone, dice il buon vecchio Falstaff.
Piango e rido insieme: le sorprese, anche quando spiacevoli, possono avere il loro lato divertente o comunque curioso. Non mi aspettavo una vittoria di Veltroni, ma neanche mi aspettavo queste cifre.
Disperato, esasperato, scazzato.
La mediocrità di entrambe le alternative (l'innominabile ed il bamboccione vaticano) paradossalmente sminuisce solo temporaneamente questo sentimento. Bof, Guten Nacht, du falsche Welt, 'notte mondo truffaldino, stasera mi sento come Papageno prima che ritrovi la sua Papagena.
Ma domani è un altro giorno, nonostante tutto.

O no?

sabato 12 aprile 2008

Dell'Utri, un uomo d'onore perde il pelo ma non il vizio, forse

L'inaffondabile (sai che sforzo, in un Paese così) Marcello dell'Utri, già passato attraverso gli onori, o meglio gli imbarazzati silenzi della cronaca giudiziaria per diverse condanne, non ultima una per concorso esterno in associazione mafiosa, se non sbaglio ormai passata in giudicato, non si smentisce mai...

Potrebbe essere implicato in un'inchiesta della DDA di Reggio Calabria in un episodio di voti di scambio (ben 50000 per 200000 euro) riguardante gli Italiani all'estero: lui smentisce qualsiasi responsabilità o conoscenza di azioni criminose e dichiara di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia.
Ora, le sentenze le emettono i tribunali, nessuno sa né può dire se Dell'Utri c'entri qualcosa o no né se possa o debba essere condannato per quanto abbia eventualmente fatto, ma già fin d'ora mi sorgono due domande.


1) Chi ha potuto accedere a notizie riservate ed aveva interesse a diffonderle proprio ora, facendo infuriare gli inquirenti, che temono che l'indagine risulti irrimediabilmente inquinata?


2) Possibile che, tranne che in campagna elettorale, nessun partito, né a livello regionale né a livello nazionale, insista come un martello pneumatico su quel multiforme fenomeno che è il voto di scambio, che ridicolizza una delle colonne fondanti di una "democrazia" rappresentativa?




UPDATE Sul voto di scambio, segnalo questa importante testimonianza e la discussione che ne è nata

venerdì 11 aprile 2008

Pannella alla Crociata di cartapesta

Copincollo questo bellissimo articolo di Gennaro Carotenuto, che ben analizza e contesta l'ultima "provocazione" pannelliana ma soprattutto, nell'ambito del problema dell'informazione sui crimini contro l'umanità, esamina un atteggiamento più generalmente radicale piuttosto preoccupante...



Partito radicale: i diritti umani alla RAI sono "cosa nostra"

Sta facendo molto rumore, dentro e intorno al servizio pubblico, un vero e proprio diktat di Marco Pannella (nella foto in divisa da ustascia croato). Nella RAI dell’endemica lottizzazione, il Partito Radicale invece di combatterla ne pretende a gran voce una in più: i diritti umani. Questi sono un nostro specifico, tuona l’ustascia in questione, e solo noi abbiamo i titoli per occuparcene.

Lo storico capo radicale (che l’Opinione vuole senatore a vita) non si limita, in una sorta di editto bulgaro alla rovescia e in minore, ad indicare una carenza del servizio pubblico e a chiedere il rafforzamento di un singolo tema nei palinsesti radiotelevisivi. Fa molto di più Marco Pannella, pretende un programma televisivo, arriva a deciderne già il conduttore in un suo uomo, Walter Vecellio, e stabilisce perfino i temi dei quali il programma si può occupare: “il Tibet, il Darfur, la Cecenia, lo Zimbabwe”.

Infine il format Pannella lo pretende cotto e mangiato oggi stesso, da Romano Prodi, il capo del governo uscente contro il quale il diktat è pronunciato, e aspettatevi uno sciopero della fame e della sete prima delle elezioni se non dovesse essere accontentato. A questa straordinaria prepotenza lottizzatoria di Marco Pannella provano a replicare un po’ tutti, da Milena Gabanelli a Bruno Vespa, e perfino la voce del conduttore di Porta a Porta sembra più acconcia di quella del Partito Radicale.

Alcuni punti vanno evidenziati:

1) Il partito radicale (che oramai è in realtà solo un gruppo di interesse, una lobby), non ha alcun titolo per avocare a sé il copyright dei diritti umani in Italia del quale si occupano con dedizione e preparazione e soprattutto con meno parzialità, miriadi di soggetti, anche informativi, a partire da molteplice testate di giornalismo partecipativo. Del resto la parzialità, e di conseguenza l’inaffidabilità pretestuosa dei radicali sul tema dei diritti umani, è rivelato dallo stesso spudorato ordine del giorno pannelliano: “il Tibet, il Darfur, la Cecenia, lo Zimbabwe”. Neanche per sbaglio Pannella cita l’Iraq, dove da Abu Grajib in avanti nessun soggetto ha smesso di torturare e dove molteplici squadroni della morte (tra i quali spiccano quelli a stelle e strisce) agiscono indisturbati. Allo stesso modo non nomina Guantánamo né l’Afghanistan, né l’Egitto, né Gaza. Neanche sa Pannella dov’è la Colombia dei quattro milioni di profughi, né il Messico di Atenco, Juárez e Oaxaca, o i nostri CPT o il nostro canale di Sicilia, né null’altro che non risponda all’interesse di parte del partito radicale. Nomina perfino il Tibet e non la Cina (non sia mai che si parli di diritto del lavoro) a testimonianza della malafede nel difendere i diritti umani a comando, quando conviene e se conviene al PR.

2) Di diritti umani nel servizio pubblico si parla poco e male e si potrebbe fare molto meglio, ma se ne parla. Sarebbe lungo elencare le testate radiofoniche e televisive dedicate in tutto o in parte ai temi dei diritti umani e civili. Spesso il tema è trattato in maniera coraggiosa, spesso superando o tentando di superare limiti culturali, distanze e appartenenze.

3) Sarebbe perciò un errore mortale farne prerogativa di un programma ghetto (oltretutto appaltato ad un partito) che indurrebbe a pensare che i diritti umani siano un interesse di parte e non generale della collettività tutta. Il che a ben guardare è proprio quello che vuole chi i diritti umani li viola. Jorge Rafael Videla, il dittatore argentino dei 30.000 desaparecidos, e che scherzando sinistramente diceva che il suo governo era “derecho y humano”, “dritto e umano”, lo ha sempre sostenuto: “i diritti umani sono un pretesto per attaccare la mia politica”. Chi non è radicale il programma non se lo guarda e pace.

4) Al contrario è bene (per chiunque non sia fuori di senno) che il tema sia oggetto diffuso di attenzione in molteplici testate e orari, ma soprattutto nelle testate giornalistiche, nei TG e nei GR. I diritti umani come tema hanno bisogno di più risorse, migliori collocazioni orarie (Silvestro Montanari, con il suo straordinario programma, andava in onda all’una di notte) ma soprattutto maggiori competenze diffuse.

5) Infatti non è tollerabile che l’occhio e l’orecchio attento capisca al volo se il redattore ha idea o meno di cosa sta parlando. Non è tollerabile che un giornalista professionista del servizio pubblico non abbia una cultura profonda dei temi dei quali parla e non abbia neanche voglia di farsela. Ad un ascoltatore attento di tutte le testate giornalistiche RAI è evidente che nel servizio pubblico spesso viga l’arte di arrangiarsi come se fosse una testata di provincia.

6) Ottimi professionisti, contrattisti alle prime armi, squali in quota partitica pronti a vendersi al miglior offerente, convivono in un contesto nel quale lo studio, la formazione permanente, non ha alcun ruolo. I redattori dei servizio pubblico hanno mai seguito un corso di Diritto internazionale che permetterebbe loro di sapere (per esempio) chi è belligerante e chi no, cosa è terrorismo e cosa non lo è, oltre le ideologie? Sanno qualcosa di Storia dei diritti umani? Non è questo, l’ignoranza e la superficialità dei giornalisti, il motivo per il quale i temi vengono seguiti per due-tre giorni al picco di una crisi e poi dimenticati? In che modo i caporedattori (quelli che decidono materialmente di cosa parlare nei TG e nei GR) sono sensibilizzati al tema? Cosa sanno? STUDIANO?

Sarebbe quello in formazione permanente l’investimento più importante. Ma è previsto?





giovedì 3 aprile 2008

Caso Kassim Britel: parla sua moglie, Khadija

Su segnalazione di Khadija, copincollo da Arcoiris


Qui
la petizione per la liberazione di Kassim

Qui la segnalazione originale ed il video

Qui il sito di Khadija ed il blog; abbondante documentazione sulla vicenda qui



Il caso Britel - La Tana del Satyro intervista Anna Lucia Pighizzini

Il caso Britel - La Tana del Satyro intervista Anna Lucia Pighizzini Il caso Britel - La Tana del Satyro intervista Anna Lucia Pighizzini
Dall'11 settembre 2001, giorno del sanguinoso attentato alle Twin Towers, ci è stato detto che il mondo è cambiato e che erano necessarie nuove regole per fronteggiare la minaccia globale del terrorismo: negli USA è entrato in vigore il "Patriot Act", atto che ha ridotto fortemente le libertà civili dei cittadini americani, sono state scatenate le guerre in Afghanistan e in Iraq, è stato aperto l'infausto carcere di Guàntanamo e abbiamo conosciuto il drammatico fenomeno delle extraordinary renditions, rapimenti e deportazioni segrete operate dalla Cia, sostenuta in questi sforzi dalle intelligence e dai governi degli alleati europei, africani ed asiatici. Si è parlato molto del sequestro dell'imam egiziano Abu Omar a Milano, e invece ha trovato scarsa o nulla attenzione la vicenda di Abou Elkassim Britel, cittadino italiano di origini marocchine, incensurato e sottoposto ad extraordinary rendition nel marzo 2002, deportato dal Pakistan al Marocco, liberato senza accuse nel maggio 2003, nuovamente imprigionato nello stesso mese e condannato, in un processo non equo, a 12 anni di prigionia, ridotti a 9 in appello.
Tutto questo nella generale indifferenza dell'informazione, della politica e della diplomazia.
Abbiamo incontrato Anna Lucia Pighizzini, moglie di Abou Elkassim Britel, (convertitasi all'Islam con il nome di Khadija) per parlare della vicenda di suo marito, un abuso e una gravissima erosione dei diritti umani ai danni di un nostro concittadino, che offre molti spunti di riflessione alla tesi dominante secondo la quale, in nome della sicurezza è lecito sacrificare le libertà individuali.


Intervista a cura di Angelo Boccato

domenica 30 marzo 2008

Bolzaneto, Argentina mon amour...

Si sente dire spesso: "democrazia sudamericana", "regimi sudamericani", "polizia sudamericana"...
Credo che queste espressioni derivino soprattutto dalla situazione geopolitica del Sudamerica degli anni '60-'70, caratterizzata da una congerie di dittature che organizzarono con l'avallo degli USA delle reti di interspionaggio estremamente diffuse, capillari e feroci, volte a reprimere qualunque forma di dissenso. *

Questo Paese, pur avendo da lungo tempo la fortuna di non essere stato sottoposto a tante e tali pressioni liberticide endogene ed esogene, non può certo essere preso a campione dello stato di diritto, ossia di quella irrinunciabile conquista del pensiero politologico e giuridico per cui una comunità (al di là delle differenze di ceto e classe, ricchezza e prestigio, educazione, idee, sesso, religione, credo politico ecc.) deve fare appello e riferimento ad una serie di leggi condivise che delimitano diritti e doveri, risarcimenti e pene, garanzie ed obblighi. **

Beh, premesso che non sono certo contrario ad esaminare, comparare, studiare altri sistemi ed altre realtà anche per capire meglio i nostri vulnera oltre che per esprimere sostegno o perplessità o ribrezzo per quanto avviene fuori dal nostro giardino....
mi chiedo come sia possibile che un Paese che fa spesso la morale in tema di diritto, uguaglianza di tutti davanti alla legge, rispetto dei diritti umani, non veda come un'onta inquietante ed una emergenza pericolosa quanto emerso dall'inchiesta su Bolzaneto , dove sono stradocumentati da parte delle forze dell'ordine (e non è la prima volta, ovviamente) dei comportamenti che per sprezzo della legge e della dignità umana non hanno niente da invidiare ai più violenti dei gunsmen mafiosi o dei teppisti suburbani.

-Reazioni politiche? Poche...

-Giornalistiche, da parte dei cosiddetti watchdogs della democrazia? Zero, o quasi

-Proteste negli ambienti liberali (o cosiddetti tali)? Scarsucce...


E poi ci si stupisce se la magistratura (altra coresponsabile dello sfascio giuridico attuale) assume talvolta atteggiamenti un po' fuori dalle righe che non le sono propri: in questo Paese solo il magistrato che fa semplicemente il suo dovere, ossia individuare comportamenti criminosi o illeciti e punirli nei termini di legge, si prende le reprimende e le accuse di operato non degno della sua funzione....


Non posso dunque non sottoscrivere in pieno questo articolo di Curzio Maltese, ed augurarmi che la tortura, analogamente a quanto previsto nel diritto internazionale, venga al più presto penalizzata come reato.



* Non solo al marxismo, l'opposizione al quale è usato da certi liberali da desktop per giustificare crimini e contraddizioni insanabili con i principi su cui il pensiero giuridico moderno si fonda.



** Sempre che esistano Paesi dove lo stato di diritto, punto di riferimento più che obiettivo finale (l'ingiustizia ed il sopruso esisteranno sempre, temo) si esplichi in modo se non completo almeno statisticamente determinante.


UPDATE Per una bibliografia sul garantismo a corrente alternata di certa mentalità politica oltre che partitica italiana, secondo cui non si sa bene in base a quale deroga al principio dell'uguaglianza davanti alla legge le forze dell'ordine godrebbero di una immunità dai doveri cui i comuni mortali sono sottoposti, qui.

Fascism never died...


UPDATE II Proprio facendo qualche ricerca sullo stato attuale della normativa vigente a proposito della tortura (che può avere diverse caratteristiche e finalità) segnalo questo ottimo post di Maria Luisa lo Gatto che chiarisce la situazione

mercoledì 26 marzo 2008

Elezioni politiche 2008: tu chist'anno addo' staje...

volendo rozzamente mutuare da una bella canzone napoletana per descrivere il fatale dubbio che milioni di Italiani disgustati e delusi si pongono in vista delle elezioni....
In attesa del mortal kombat fra il piazzista di Arcore ed il bamboccione vaticano, con contorno di partitucci, partitini e partitazzi starnazzanti anziché proponenti (con qualche eccezione), Openpolis, similmente a due anni fa, ha preparato una specie di questionario composto da 25 domande su alcune problematiche e temi particolarmente dibattuti. La natura della risposta (positiva o negativa) e la sua gradazione (da forte condivisione a totale rifiuto) danno forma attraverso non so quali algoritmi ad un grafico.


Il mio "risultato" è il seguente






Grossomodo quello che mi aspettavo, anche se col testone antimatematico (tre-quattro fissi al Liceo, a parte la trigonometria) che disgraziatamente mi ritrovo non mi immaginavo questa figurina che pare ispirata ad un rito vudù con tanto di spilloni conficcati nelle carni...

Peraltro non appaio abbastanza distante dall'UDC per sentirmi molto tranquillo; dovrei preoccuparmi?

giovedì 20 marzo 2008

Un Foglio di ca@@te

Giuliano Ferrara, incapace come è ben noto di reggere un dibattito serio senza andare in escandescenze ed insultare l'interlocutore, ne ha sparata un'altra delle sue: ha lanciato un appello “a padre Livio Fanzaga di Radio Maria, a Radio Vaticana, a tutte le radio cattoliche, quelle libere, commerciali, alle radio di stato e a tutte le televisioni” […] perché dal giorno dopo Pasqua, il 24 marzo, ospitino “una catena umana di volontari che, ventiquattro ore su ventiquattro, si avvicendino tra loro a contare da zero fino a un miliardo...”


Persino la matematica, si sa, diventa un'opinione quando la fede si mette nel mezzo, anche se anzi tanto più se il crociato in questione è una persona dall'eccezionale coerenza e professionalità come Ferrara, che pure è un senza Dio per sua ammissione.


Ma in un Paese dove l'informazione è ridotta ad uno stato comatoso e che riesce a trasformare una parola seria come "moratoria" in una patetica buffonata  anche un giullare può essere preso sul serio per lungo tempo.

Tutto questo mi fa tornare in mente un proverbio yiddish: il corvo lo temi davanti, il mulo da dietro, lo sciocco da tutte le parti.








martedì 18 marzo 2008

Israele-Germania: le prese di responsabilità pagano...

La Shoah ha tracciato solchi insuperabili nella storia europea fra Ebrei (europei o meno) ed Europei, Tedeschi in particolare.
Ma il debole seme depositato quarantotto anni fa nel territorio neutrale nel Waldorf-Astoria Hotel di New York da due leader carismatici, David Ben Gurion e Konrad Adenauer, uno fondatore di uno stato che prima non esisteva, l'altro di un Paese finalmente democratico che cominciava a fare le prime ammissioni delle mostruosità compiute, è germogliato e sta dando vita, pare, ad una pianta sempre più vigorosa.

  • Nonostante i tentennamenti e le ipocrisie tedesche e più in generale dell'UE sulla minaccia iraniana;

  • Nonostante la persistenza nella società tedesca di potenti e diversificate forme di antisemitismo, che peraltro non impedisce il riformarsi ed il rafforzarsi di una delle più numerose e vitali comunità ebraiche in Europa (circa 200000 membri), seconda solo a quelle russa e francese.


La visita della Bundeskanzlerin Merkel alla Knesset è sicuramente un altro passo importante del processo di accettazione da parte di Ebrei e Tedeschi, non solo israeliani, di un futuro pacifico e rispettoso che non dimentichi le tragedie del passato ma che neppure ne sia prigioniero.
Ma il cammino non avrà mai fine, in un mondo come questo, così insicuro, così incapace di guardare ai suoi problemi senza attribuire la colpa di tutto a qualcuno o qualcosa (Bush, Israele, il complotto sionista, la massoneria globale, la CIA ecc.ecc., talvolta in versione mix, talaltra separatamente).

I risultati finora raggiunti non erano neanche immaginabili né tanto meno razionalmente prevedibili sessant'anni fa: il dialogo dunque paga, quando fra entrambi vi sia desiderio di costruire qualcosa di buono, sotto la spinta di diverse motivazioni che però conducono ad un obbiettivo condiviso.

Risultati che potrebbero essere rovinosamente cancellati in breve tempo; ma la speranza è l'ultima a morire, e per quanto è stato ottenuto è giusto combattere con le unghie con i denti, contro i cinici, gli idioti e chi preferisce vedere il passato come un'icona, piuttosto che come uno specchio per vedere in se stessi.



Per quanto riguarda il nostro passato, aspetto ancora con ansia di vedere un premier ed un presidente della Repubblica che vanno ad inchinarsi in memoria delle mostruosità che i nostri nonni commisero in Africa e nei Balcani.
Ma soprattutto aspetto nel mio piccolo che, invece di fare la morale (con le conseguenti battutine vagamente razziste) a certe ovviamente censurabili riserve da parte di alcuni Teteski decada lo spregevole mito degli Italiani "brava gente".

La battaglia è eterna, ma il prezzo vale la candela: solide relazioni israelo-tedesche docent.



domenica 16 marzo 2008

Orgasmo mozartiano

Non posso usare altra parola nel leggere una notizia come questa e soprattutto nell'ansia di precipitarmi ad un certo feed...


ROCK ME AMADEUS!!!!!!!!!!*






* Qui il testo originale con traduzione a fronte

sabato 15 marzo 2008

Sei anni fa....

Pubblico con colpevole ritardo questa lettera di Khadija


Il 10 marzo 2002 Abou Elkassim Britel veniva fermato ad un posto di blocco a Lahore ed illegalmente detenuto in segreto: iniziava un viaggio, tuttora in corso, nell'assenza di diritto, nella brutalità, nell'ingiustizia

Un viaggio che Kassim ed io paghiamo con la privazione della nostra vita.

Oggi 10 marzo 2008, Kassim è alla metà esatta dei nove anni di carcere che gli sono stati comminati in un momento molto grave della storia del Marocco, un momento di dolore che ha visto prevalere paura, repressione ed irrazionalità.

Appena rientrata dal mio ultimo viaggio in Marocco, provo una pena indicibile per le sofferenze di mio marito e temo lo stato in cui si trova: stenta a riprendersi dopo il lunghissimo sciopero della fame e non vede la fine del tunnel.

Dopo anni di lotta per la verità, la giustizia e la vita sono aggredita da un senso d'impotenza mai provato e che devo superare per continuare fino alla liberazione di Kassim.

Da lui e da me un grazie sentito a chi continua a sostenerci: le vostre azioni e le vostre parole ci sono di aiuto in questo periodo così critico, grazie!
C'è più di qualcuno che vorrei nominare, ma temo di dimenticarne altri…


Khadija



Qui il blog, il sito, la petizione; documenti sulla vicenda di Kassim qui e qui.

lunedì 10 marzo 2008

Sapore di Spagna

Ho voglia di riforme;

ho voglia di libertà;

ho voglia di non vedere più dei vecchi arnesi della partitocrazia;

ho voglia di un Paese con un bipolarismo decente;

ho voglia di un Paese che rompe del tutto con un passato osceno senza per questo negarlo né estrometterlo dalla memoria collettiva;

ho voglia di non sentire a reti unificate i predicozzi degli ipocriti ex amici (o, più propriamente, complici) dei carnefici;

ho una voglia crescente di riprendere i miei panni di famiglia, una famiglia di migranti;

ho voglia di prendere la mia carta d'identità (in foto sono pure venuto più brutto di quanto già sia), farla a pezzi, bruciarla e seppellirne i miseri resti non appenna arrivato oltre confine;

ho voglia di tutto questo, ma ancora non posso, almeno per il momento.

Ma nel mio futuro in qualche modo anche io ho la mia parte.

In futuro, vedremo....


UPDATE: Sulla vittoria di Zapatero e più in generale sulle battaglia di diritto (dunque anti vaticani), segnalo questi ottimi articoli presso il Laicista

sabato 8 marzo 2008

Parola di Papa: Non abbiate paura di Cristo...





MA DI ME!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!




* Immagine tratta da Il Papa morto
Chiedo scusa al proprietario del blog, avevo dimenticato la fonte...
Grazie, Grendel ;-)

Titanic(Al)Italia

Non c'è niente da fare, dopo il ritiro del patetico carrozzone ultraindebitato di AirOne dalla lotta per l'acquisizione dell'Alitalia, anche Air France, comprensibilmente, decide di aspettare l'arrivo del nuovo governo prima di continuare a giocare la sua partita.
In un Paese dove la classe politica ed imprenditoriale, più che fare collusioni occulte, vivono l'una dell'altra (come i Francesi, perplessi, ben sanno), non basta il puro e semplice buon senso economico;

non bastano i rilievi del TAR e della Commissione Europea;

l'acquisizione non s'ha da fare.

Nel frattempo Ryanair si è messa nel mezzo, credo pure a ragione, considerazioni di politica commerciale a parte.

Nel mio piccolo di saltuario turista volante (di norma con Ryan air, con piena soddisfazione) e blogger interessato a (ma non esperto di) questioni economiche, mi auguro che Air One se ne stia fuori dalle scatole: TUTTO purché quel degno erede del parassitismo parastatale che è l'azienda di Carlo Toto non acquisti Alitalia.


Forza Irlanda!!!!*


* Immagine tratta dal blog di Palmiro Pangloss

lunedì 3 marzo 2008

Guzzanti, della comicità e della politica

E' cosa ormai assodata storicamente che i regimi politici marcatamente autoritari, al di là delle ideologie e delle morali di riferimento, tendono ad annullare e/o controllare pesantemente e/o imbavagliare tutti quei professionisti del riso (comici, vignettisti, umoristi, cabarettisti, imitatori...) che sono poco propensi ad ignorare la società in cui vivono e che attaccano in modo più o meno pregnante, più o meno aggressivo ciò che vedono.

Uno dei casi più eclatanti è quello intorno alle Rane di Aristofane (neppure la più politica delle sue commedie), insuperato, coraggiosissimo colosso dello sbeffeggiamento politico e sociale, di alcuni anni fa. Ma di episodi ne esistono molti, non ultime la comica citazione in giudizio dello studio Previti a Sabina Guzzanti per uno dei suoi spettacoli; o la causa intentata da D'Alema contro Forattini per una vignetta, pur discutibile. *

Il potere è il potere, politologicamente parlando: esistono regole e meccanismi generali universali che si esplicano, si formalizzano e si giustificano in tutti i contesti politici, sincronicamente e diacronicamente.


Nel contesto italiano attuale, attaccare e deridere, umanizzandole, certe lobbies, certe forme di pensiero e certe iniziative è meritorio e salutare, anche per lo sbeffeggiato: saper guardare in se stessi in modo meno serioso e con minore sicurezza (Eraclito, frg.101 Diels-Kranz docet), trovando punti deboli nelle proprie idee e motivi per ridere di se stessi, è cosa estremamente salutare.

Per chiunque.

Anche per questo non posso non apprezzare nel metodo e nel merito questa pièce di Paolo Guzzanti.
PLAUDITE!!!!!!!


*
Il Caso Forattini-D'Alema (politico per il quale non nutro alcuna simpatia né stima, come credo sia noto a chi mi legge da un po') è diverso dai precedenti, in quanto Forattini, pur in un contesto scherzoso come una vignetta, accusa D'Alema di reati gravi, quali sono quelli configurabili dalla manomissione di un documento come il cosiddetto dossier Mitrokhin.
In questo caso il tentativo di D'Alema di difendere la sua onorabilità è piuttosto comprensibile. Chi rammenta altri casi eclatanti me li segnali, bitte!!!







E ancora qui





venerdì 29 febbraio 2008

Il PD, il volemose bbene e le rese dei conti

Il PD è un pastiche.

Veltroni pare comportarsi come Prodi, vuole tenere unito tutto ed il contrario di tutto; confonde la forza dei numeri con la forza delle idee, confidando più nell'unione di più partiti autoreferenziali che nella programmazione di un sistema di riforme di ampio respiro.
Niente parole chiare e programmaticamente pregnanti capaci di ridare fiducia ad un Paese che non ha più tempo da perdere tempo in litigi e battibecchi provinciali, ma deve radunare le forze per le sfide del futuro.

L'unico grande motore sembra essere il senso d'emergenza, dettato dal timore (che personalmente trovo condivisibile) di un ritorno di Berlusconi, che oramai neppure finge di condividere idee liberali e libertarie, differentemente dal 1994 e dal 2001.


Decenni di partitocrazia sfrenata certo non hanno favorito la nascita di nuove generazioni di politici degni di questo nome, ma Veltroni non sembra capace o desideroso neppure di sfruttare le buone occasioni offertegli dall'oggettiva novità che la costituzione del PD è.
Né di sostenere e far emergere le personalità di valore che sicuramente sono nelle file dei partiti confluiti nel PD.

Gli insulti fatti ai Radicali, oltre che storicamente ingenerosi e tatticamente folli (sono o non sono stati i Radicali leali verso Prodi?) mostrano bene come questo PD stia diventando semplicemente un coacervo di politicucci e politicanti che conservano nel nuovo partitone unitario la mentalità dei partiti parastatali di provenienza.


Non è bene fasciarsi la testa prima che sia rotta, ma più questa campagna elettorale va avanti, più temo che alla fine il PD (soprattutto quando e se andasse al governo) finirebbe per ripetere la "dialettica" ed i meccanismi perversi della coalizione di governo prodiana, sintetizzabili in questo magnifico finale di scorsesiana memoria...